A QUALE STADIO DEL CAMBIAMENTO SEI?

Tutti noi desideriamo qualcosa. Dal raggiungimento delle mete più significative, come ottenere un cambio di lavoro, trovare l’amore, mettere la parola fine ad una storia che si trascina da troppo tempo… al superamento delle piccole sfide quotidiane: diminuire il numero di sigarette accese, magari fino a smettere di fumare, mettersi a dieta, cambiare un’abitudine che ci fa soffrire…

Tutti noi desideriamo qualcosa, ma non tutti compiono davvero dei tentativi per provare a raggiungere il traguardo sognato, piccolo o grande che sia; di coloro che ci tentano, solo una minoranza di essi lo fa in modo duraturo e con vero impegno, e solo una piccola parte di essi ci riesce davvero.

Nel frattempo chi fa parte del primo grande gruppo, ovvero i “sognatori” che si limitano semplicemente a desiderare l’obiettivo, guarderà alla minoranza che ce l’ha fatta pensando: “Loro sì che sono stati fortunati”, senza magari neanche immaginare il processo e gli sforzi che sono stati necessari per innescare il cambiamento osservato negli altri e il traguardo raggiunto. Potrà pensare anche: “Io non ce la farò mai”, “Vorrei tanto, ma non so come fare”, oppure ancora “Eh ma ci ho provato anch’io, (quella volta sola, nel lontano 1900…) ma non ce l’ho fatta, quindi è inutile riprovarci”.

Vi riconoscete almeno in qualcuna di queste affermazioni?

Cambiare è difficile, è una sfida impegnativa ma possibile per ognuno di noi. Anche gli studiosi Prochaska e DiClemente (1982) , infatti, affermano che il cambiamento è un processo, un fenomeno graduale e in continua evoluzione, e non un fenomeno del tipo “tutto o nulla”.

Essi, inoltre, hanno individuato le 6 fasi comuni a tutti i processi di cambiamento, a partire da quando non si pensa nemmeno a voler cambiare fino al raggiungimento dell’obiettivo. Scopriamole insieme.

  1. PRECONTEMPLAZIONE:

È la fase in cui la persona non ha ancora preso in considerazione di cambiare, non è quindi spinta a modificare la propria situazione. Ad esempio, si trova in questa fase chi fuma e non ha intenzione di smettere, oppure chi è sovrappeso ma non intende cambiare il proprio stile di vita.

  1. CONTEMPLAZIONE

La persona che si trova in questa fase è ambivalente al cambiamento: da un lato inizia ad essere consapevole della possibilità di cambiare e incomincia a delineare un obiettivo che le piacerebbe raggiungere, dall’altro però lo teme, magari non sa ancora come fare o pensa di non farcela. Per tali motivi, si procastina l’azione, rischiando di rimanere bloccati in una “contemplazione cronica”.

Ad esempio, è il caso di chi si rende conto che il proprio partner non è quello giusto, ma prosegue ugualmente la storia perché non sa come fare a lasciarlo o a trovarne un altro maggiormente rispondente alle proprie aspettative e desideri, o teme di non aver la forza necessaria per affrontare il cambiamento.

  1. DETERMINAZIONE

In questa fase la persona è determinata a cambiare, è consapevole che la situazione in cui si trova non è per lei favorevole e pianifica la modalità per mettere in atto il cambiamento. È una fase generalmente di breve durata, pertanto è utile passare all’azione in tempi relativamente brevi.

Un esempio è quello di una persona che da tempo manifesta sintomi di sofferenza psicologica, la quale, dopo ripetuti momenti di difficoltà, decide di chiedere aiuto ad uno specialista e si prepara a prendere i contatti.

Dove si trova, in questo caso, l’ostacolo al cambiamento tanto desiderato? Si trova nell’autoefficacia, o meglio nella sua mancanza: l’autoefficacia è infatti la fiducia nelle proprie capacità di pianificare e riuscire a mettere in atto le azioni per raggiungere degli obiettivi (Bandura, 1997); affermazioni quali: “Non ce la farò mai, non ne sono capace…” sono le tipiche credenze di chi ha un bassa autoefficacia e rimane bloccato.

  1. AZIONE

La persona inizia a compiere le azioni necessarie al cambiamento. Ad esempio, chi è sovrappeso inizia effettivamente a cambiare stile di vita, iniziando un’attività sportiva e seguendo una dieta corretta.

  1. MANTENIMENTO

Affinchè il cambiamento sia durevole nel tempo non basta raggiungere la fase precedente: lo stadio più importante è quello del mantenimento, in cui la persona continua a compiere le azioni funzionali che lo portano ad avvicinarsi e a raggiungere il traguardo desiderato. Non basta, ad esempio, smettere di fumare per un giorno, una settimana o un mese; per potersi dichiarare non fumatore bisogna continuare a non farlo.

  1. RICADUTA

La ricaduta è possibile in ogni fase del cambiamento, e consiste nel ritorno ad una qualsiasi delle fasi precedenti. Ad esempio, chi soffre da dipendenza da alcool, dopo due settimane in cui ha smesso di bere può riprendere a farlo.Oppure una persona che, dopo un mese senza attacchi di panico, ne sperimenta nuovamente uno, decide di riprendere a non uscire di casa o con rare eccezioni, con la convinzione che lui è troppo debole e non ce la farà.

È doveroso specificare che nessuna ricaduta è irreversibile, anzi; spesso è prevedibile che si presenterà. L’’importante, quindi, è essere in grado di non trasformarla in un segnale di fallimento o in un alibi che blocca, ma, al contrario, di saperla utilizzare come una preziosa fonte di informazioni su noi stessi e in un’occasione utile per migliorarsi, pronti a proseguire il cammino verso il cambiamento.

Consapevolezza di sé e della propria volontà di cambiare, autoefficacia, motivazione al cambiamento e al raggiungimento di uno stato di maggior benessere sono i preziosi alleati, che possiamo imparare ad utilizzare per raggiungere e mantenere il cambiamento tanto desiderato, un processo continuo e possibile, a cui tutti possiamo arrivare.